Deniz polisinden Adalar çevresinde 'deniz taksi' denetimi

Secondo Loeb, le nuove immagini catturate dagli astronomi britannici Michael Buechner e Frank Niebling mostrano che l’oggetto ha formato una gigantesca “anti-coda” e una traccia “fumosa” separata, che si estendono rispettivamente per circa un milione di chilometri verso il Sole e tre milioni nella direzione opposta.

«Per una cometa naturale, la velocità di emissione dei getti alla distanza di 3I/ATLAS dal Sole dovrebbe essere di circa 0,4 km/s», ha aggiunto Loeb. «A tale velocità, il processo sarebbe durato tra uno e tre mesi.»

Tuttavia, secondo i suoi calcoli, 3I/ATLAS avrebbe dovuto assorbire un’enorme quantità di energia solare per sublimare abbastanza ghiaccio d’acqua e di anidride carbonica da perdere una frazione così grande della sua massa.

Lo scienziato ha sottolineato che, alla distanza del perielio, il Sole fornisce circa 700 joule al secondo per metro quadrato. «Ciò significa che l’area assorbente di 3I/ATLAS doveva superare i 1.600 km², equivalenti a una sfera di circa 23 chilometri di diametro», ha spiegato Loeb.

Questo è circa quattro volte superiore alle precedenti stime, secondo cui l’oggetto avrebbe un diametro di almeno 5 km e una massa minima di 33 miliardi di tonnellate. Secondo Loeb, mentre le comete del sistema solare perdono massa avvicinandosi al Sole, 3I/ATLAS sembra essere un’eccezione.

«La superficie necessaria per spiegare la perdita di massa osservata dopo il perielio è almeno 16 volte superiore al limite massimo determinato dalle osservazioni del telescopio Hubble del 21 luglio 2025. Quando sono arrivati i dati del telescopio Webb il 6 agosto 2025, 3I/ATLAS perdeva solo circa 150 kg al secondo», ha spiegato.

In altre parole, il misterioso visitatore è passato da una perdita di alcune centinaia di libbre al secondo in agosto a circa due milioni di chilogrammi al secondo vicino al perielio — un «aumento drammatico», secondo Loeb.

Lo scienziato si è chiesto: «La drammatica perdita di massa e l’aumento di luminosità di 3I/ATLAS al perielio erano la prova della sua disintegrazione? Una frammentazione avrebbe aumentato l’area superficiale esposta.»

Avi Loeb è presidente del progetto Galileo, fondatore dell’Iniziativa per i buchi neri di Harvard, direttore dell’Istituto di Teoria e Calcolo del Centro di Astrofisica Harvard-Smithsonian ed ex presidente del Dipartimento di Astronomia di Harvard. È autore del bestseller Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth e coautore del manuale Life in the Cosmos.

Italy News Agency İtaly News Agency

 

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