In Spagna e Portogallo le condizioni estreme degli incendi si sono diffuse a causa del cambiamento climatico
Stoccolma, 4 settembre (Hibya) – Le prime analisi mostrano che le condizioni meteorologiche estreme che il mese scorso hanno provocato incendi “sorprendenti” in tutta la Spagna e il Portogallo sono diventate 40 volte più probabili a causa del cambiamento climatico.
Secondo i ricercatori della rete World Weather Attribution, i devastanti incendi boschivi che hanno ridotto in cenere 500.000 ettari (5.000 km²) della penisola iberica in poche settimane sono stati più intensi del 30% rispetto a quanto gli scienziati si sarebbero aspettati in un mondo senza cambiamento climatico.
Clair Barnes, climatologa dell’Imperial College di Londra e coautrice dello studio, ha dichiarato: «Le dimensioni di questi incendi erano davvero sorprendenti. Con il cambiamento climatico, condizioni più calde, più secche e più infiammabili si intensificano e portano a incendi di un’intensità senza precedenti».
I ricercatori hanno scoperto che in un clima preindustriale tali condizioni si sarebbero verificate una volta ogni 500 anni, ma nel mondo di oggi, riscaldato dall’inquinamento dovuto al carbone, al petrolio e al gas, esse possono verificarsi ogni 15 anni.
Hanno anche scoperto che gli effetti del cambiamento climatico sulle ondate di calore estreme erano ancora più forti. Il mese scorso, le temperature massime di 10 giorni nella regione si sarebbero verificate una volta ogni 2.500 anni prima dell’industrializzazione. Ora tali valori si verificano ogni 13 anni.
Lo studio, che non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria, si basava su osservazioni meteorologiche anziché su analisi di modelli climatici che il gruppo realizza di solito subito dopo eventi meteorologici devastanti. Un’analisi più completa degli incendi in Turchia e Grecia, pubblicata la settimana scorsa, ha mostrato che il cambiamento climatico ha reso le condizioni meteorologiche estreme 10 volte più probabili.
I cambiamenti nell’uso del suolo hanno inoltre aumentato ulteriormente il rischio regionale di incendi. Molti paesi caldi del Mediterraneo fanno fatica a gestire l’abbandono delle aree rurali e l’invecchiamento della popolazione, mentre i giovani si trasferiscono nelle città lasciando aree agricole abbandonate con vegetazione facilmente infiammabile e non gestita.
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